sabato 15 settembre 2012

Sentiamoci dislessici

Cosa prova un bambino con disturbo di apprendimento in una normale giornata di scuola?
Forse non ci soffermiamo spesso a pensarlo, forse non lo abbiamo mai fatto. 
Devo confessare che io per prima non sono mai riuscita a comprendere appieno come il mio bambino si "sentisse"  a scuola.
Di certo ho sempre saputo quanta fatica e impegno gli costi la scuola, ne ho condiviso le ansie, i momenti  bui, ma capire in prima persona, come fossi io a viverle, quanto le giornate di un bambino con disturbo specifico di apprendimento possano essere intrise di solitudine, estraniamento, mortificazione, questo mi è difficile.
In questo video Come può essere così difficile? - Documentario sulla dislessia - YouTube (abbastanza lungo, vi avverto)  Richard D. Lavoie, direttore della Eagle Hill School Outreach, riesce non solo a farci conoscere i disturbi di apprendimento, ma ci fa mettere nei panni di un bambino che ogni giorno con questi deve convivere.
Il video mi ha avvicinato ancor più al mondo di mio figlio, perché mi ha fatto sentire come lui.
Penso possa servire  agli insegnanti, perché non sempre durante la lezione si pensa che qualcuno dei nostri allievi, magari quello che vediamo più distratto, in realtà non riesce a seguirci, anzi forse a quel bambino o ragazzo l'insegnante, i compagni, tutta la classe sembrano alieni, lontani e strani.
Mi piacerebbe che questo video lo vedessero con molta attenzione le persone che pensano che i disturbi di apprendimento siano un escamotage per concedere a dei ragazzini pigri di lavorare meno.
Ed anche coloro che sono nel mondo della scuola e non sanno trattare con sensibilità i bambini. Purtroppo ci sono anche insegnanti così, fortunatamente pochi.

giovedì 13 settembre 2012

Primo giorno di scuola per bambini con disturbo specifico di apprendimento. Ansie, paure e progetti.

Ogni anno quando si avvicina il primo giorno di scuola, la paura assale i genitori di  bambini con disturbo specifico di apprendimento.
Personalmente inizio a pensare al nuovo anno scolastico già all'avvio delle vacanze estive, via via sempre più spesso, sino al fatidico squillo.
Mio figlio frequenta la quinta elementare in una classe con maestre splendide, eppure puntualmente mi chiedo se e come sopravviverà ad interrogazioni, verifiche e se gli rimarrà un poco di tempo libero.

Dovrà studiare le regioni d'Italia, mi dico, e già immagino le domeniche trascorse sul libro di geografia a memorizzare città, laghi, fiumi. 
Tremo al pensiero della matematica, vedo e sento il tempo impiegato a "rincorrere" le espressioni, mio figlio presenta una disprassia  //www.aidee.it/disprassia.php e quindi, quando è stanco,generalmente  ben prima della conclusione dei compiti assegnati, "rincorre" la matematica: segni e numeri, sembrano scappargli un po' ovunque.
Mi chiedo quanti saranno i mal di pancia, i mal di testa per paura della verifica, dell'interrogazione. Questa mattina, secondo giorno di scuola, abbiamo avuto il primo in occasione dei test d'ingresso, di certo altri seguiranno.
E quante volte sarà demoralizzato e odierà la scuola? Tante, troppe.
Purtroppo è con l'ansia e l'insicurezza che i bambini con un disturbo specifico di apprendimento devono fare i conti: ogni giorno. 
Ai genitori il compito arduo di aiutarli.
Con questi pensieri mi scoraggio, ma ecco tornarmi alla mente una frase che anni fa mi disse la logopedista:

"Non partiamo da ciò che il bambino non sa fare, ma da ciò che sa fare".

Ogni bambino ha delle capacità, delle abilità e se continuiamo a pensare solamente a ciò che gli manca, a ciò che fa meno bene o con più difficoltà  non lo aiuteremo a sviluppare i suoi doni.

Così inizio ad immaginarmi il lavoro futuro: costruire con lui e per lui, schemi, mappe concettuali, mettere in evidenza argomenti, aiutarlo a costruire il suo percorso per apprendere e ripetere una lezione, per affrontare una verifica.
Talvolta il risultato è entusiasmante, tal altra un po' meno. 
Guardandomi indietro rivedo sì le difficoltà, la fatica, i tanti momenti di pianto, di crisi, ma la mia attenzione corre ai grandi progressi, alle conquiste del mio bambino, che oggi legge solo un po' più lentamente dei suoi compagni, scrive in modo molto più comprensibile che in passato, conta velocemente, anche se incolonnare numeri per lui continua ad essere una gran fatica.

Lo guardo e vedo un bambino capace di inventare bellissime storie.
Vedo un bambino capace di disegnare le creature della sua fantasia con passione e attenzione.
Vedo un bambino capace di cogliere e ricordare particolari a noi tutti sfuggiti.

Così penso che anche quest'anno riusciremo.


mercoledì 12 settembre 2012

Dislessia. Perché il blog

Attraversare le sabbie mobili dei disturbi specifici di apprendimento al fianco del mio bambino e condividere questa esperienza con altri genitori, ma anche renderne partecipi coloro che di dislessia, discalculia, disprassia, disortografia... hanno sentito solamente sentito parlare: questo è lo scopo del blog.
Non sono un'esperta, ma una mamma che, affiancata da una bravissima logopedista,  da oramai sei anni segue il suo bambino in un percorso spesso difficile e faticoso, ma sempre meraviglioso.
Perché un bambino che apre la sua mente alla conoscenza è sempre una magia, in qualunque modo ciò avvenga.